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La vitamina D è 'salvacuore', riduce del 30% la mortalità precoce

Cardiologia Redazione DottNet | 05/03/2018 19:02

Studio dell'Università di Bergen: la quantità ottimale è però individuale

Assumere vitamina D può ridurre del 30% il rischio di morte precoce tra i pazienti che soffrono di malattie cardiovascolari. E' quanto emerge da uno studio dell'Università di Bergen. Sono stati seguiti per 12 anni (a partire dal 2000) 4000 pazienti con questo genere di patologie.   "La quantità ottimale di vitamina D varia da persona a persona, dipende da dove si vive e dal tipo di dieta che si ha", sottolinea Jutta Dierkes, docente del Dipartimento di medicina clinica dell'ateneo norvegese. Ad esempio, i paesi nordici raccomandano un'assunzione di 10 microgrammi al giorno di vitamina D, gli USA 15 e la Germania 20.

"Anche se i norvegesi ricevono meno sole rispetto ai tedeschi, i norvegesi hanno più pesce nella loro dieta, mentre l'olio di fegato di pesce e merluzzo sono importanti fonti di vitamina D durante l'inverno, oltre alle attività fisiche all'aperto durante l'estate", aggiunge il ricercatore. Dierkes suggerisce a tutti coloro che hanno avuto malattie cardiovascolari di misurare i livelli di vitamina D, in modo che possano essere regolati meglio e che sia valutata la necessità di integratori. "Tuttavia - aggiunge - è importante tenere in considerazione che i livelli variano stagionalmente. I livelli a gennaio o febbraio sono spesso inferiori a causa della mancanza di luce solare". 

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fonte: ansa

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